venerdì 9 ottobre 2009

Light & Darkness- grasse risate a casa Cullen

buongiorno!! dai che la settimana volge al termine!
allora avete fatto fatica oggi ad alzarvi dal vostro bel letto caldo? eravate al settimo cielo tra le braccia di morfeo???
allora siete nel posto giusto! perchè è arrivato il momento di sogni di Bella con la fanfic scritta da Giusy Light & Darkness!
siete pronti a ricacciarvi nel mondo dei sogni?
buona lettura!
kiara

GRASSE RISATE A CASA CULLEN

Parcheggiai il pick-up davanti casa Cullen. Una volta scesa , percorsi il vialetto trascinando le gambe. Non volevo essere lì.
O almeno, se il motivo del mio arrivo fosse stato passare il pomeriggio con Edward, il mio umore sarebbe stato alle stelle.
Ma non era così.
Lui era a caccia, e a me sarebbe toccato un intero pomeriggio di shopping con Alice.
La più dolce e amabile delle sorelle, non poteva essere così perfetta, doveva avere un difetto e io ne subivo tutta la prorompenza.
Alice spiccava in famiglia per gusto, conoscenza e saggezza in fatto di abbigliamento, e questo non sarebbe stato un male in sé, se le conseguenze non si fossero abbattute su di me.
Io, che su vestiti e accessori vari avevo misere e modeste pretese e preoccupazioni. Non mi importava molto del mio look.
Per Alice invece era di vitale importanza. Vitale nel senso che rischiavo la vita a non starla a sentire. Dovevo essere accondiscendente, tutto qui.
Sottostare, per il mio bene. Così mi diceva sempre.
Dunque, piuttosto rassegnata, stavo per bussare alla porta, quando questa si aprì prima che potessi farlo.
Davanti a me una montagna. O meglio, un ragazzone tutto muscoli, denti bianchissimi e occhi allegri, quasi strizzati per via del sorriso smagliante in bella mostra. Era Emmett.
“Ciao Bella!” disse quasi urlando.
Sì, era felice di vedermi. Quasi gongolava.
Che strano, sentivo che c’era qualcosa di insolito.
“Ciao Emmett” risposi senza svelare troppo i miei sospetti.
“Alice? Mi ha dato appuntamento per uscire insieme”. Meglio sbrigarsi, meglio non dargli il tempo di far qualcosa.
“Ecco Bella, a dire la verità…” disse, quasi abbassando lo sguardo, evitando di guardarmi negli occhi.
“Cosa c’è?”, mi affrettai a chiedere. Già si sentiva che ero preoccupata?
“Tranquilla. E’ solo che, ecco, Alice non c’è. E’ dovuta uscire con Jasper per una caccia di emergenza dell’ultimo minuto. Sarei andato con loro, ma volev…”.
Lui continuava a parlare, ma io quasi non lo ascoltavo più.
Un sogno. Alice e lo shopping cancellati da un pomeriggio che si prospettava tanto lungo quanto tremendo e insostenibile. Evviva!!!
“Bella hai capito cosa ho detto?” disse Emmett scuotendomi per le spalle.
Mi ero un attimo completamente assentata, persa nei mie pensieri, per la notizia bella e inaspettata.
Un momento però.
Un lampo e quello che era sollievo per il pomeriggio annullato divenne terrore.
Cosa? Cosa? Cosa?
In quale sconosciuto e remoto pianeta Alice avrebbe rinunciato a un pomeriggio di compere con la sua cavia prediletta.
Forse era successo qualcosa di grave.
Di nuovo Emmett mi stava scuotendo. “Ehi Bella! Ci sei?”
“Scusa Emmett, mi sono un attimo distratta” dissi sinceramente.
“Dimmi, è successo qualcosa ad Alice?” e il terrore trapelava chiaro dalla mia voce.
“No, no, tranquilla” mi rassicurò, ma ancora aveva una strana espressione.
“E Ed…”
“E Edward sta benissimo! E’ a caccia” disse anticipando la mia domanda.
Meno male. Almeno da qualche parte lui stava avendo un pomeriggio più divertente del mio.
“Oh bene, allora salta lo shopping. Che peccato!”. Non serviva un genio per capire che la mia delusione era fasulla.
“Allora non hai sentito Bella”. Ora aveva un bel ghigno stampato chiaramente in faccia. Come se stesse per farmi uno scherzetto dispettoso e stesse già pregustando la soddisfazione per la grande riuscita.
“Puoi andare lo stesso per negozi. Ti accompagna Rosalie!” e dicendolo aprì le braccia come a sottolineare la grandezza della cosa.
“Cosa?”. Lo sentivo, gli occhi stavano per uscirmi dalle orbite.
“Ma certo, Rose! Te la chiamo subito!”.
Avevo visto giusto. Stava proprio gongolando. Voleva godersi la scena e soprattutto la mia faccia.
Immediatamente Rosalie spuntò da dietro Emmett. Sembrava quasi che fosse stata lì tutto il tempo.
‘Oddio’. Ma possibile che fosse ancora più bella del solito?
Aveva un abito color avorio, tanto lungo che non si vedevano i piedi. Leggero, sembrava mosso dal vento. I capelli erano morbidi, sciolti sulle spalle, anche questi sembravano carezzati da una lieve brezza. Era una dea, e scivolava verso di me come se non toccasse il pavimento.
Senza dire una parola cominciò a ridere.
E anche Emmett rideva, ancora più forte.
Cominciai a ridere anch’io. Chiaro, era uno scherzo!
Eppure ora Rosalie aveva una strana luce negli occhi.
La mia ristata stava già perdendo naturalezza… “Che succede?” chiesi, e la mia voce era tremante.
Paura? No, no, Rosalie mi terrorizzava. ‘Terrore’ era la parola giusta.
Un balzo e mi fu addosso ed entrambe finimmo a terra.
“Emmett aiuto!” riuscì a gridare, con la bocca di Rosalie a dieci centimetri dal mio collo.
“Ma è uno scherzo Bella! Ah, Ah!”. La sua sonora risata quasi rimbombava.
Anche Rosalie non smetteva di ridere.
“Certo, bello scherzo, eh, eh…” di nuovo il mio buon umore era forzato.
Ormai le loro risate facevano tremare i muri della casa.
“Basta, o distruggerete la casa!!!”urlai in preda al panico.
“Posso ridere anch’io?”. All’improvviso una voce.
Qualcun’altro era nella stanza?
“Cosa?” dissi e mi girai, spostando il peso del corpo su un braccio.
Quasi stavo per tirar giù la lampada accanto al letto.
“Stavi ridendo Bella. Stavi sognando qualcosa di divertente?”
Un sogno. Ah, ah. Avrei dovuto capirlo.
“Ah, Ah” e non riuscivo a smettere.
Edward mi guardava stupito. Un sorriso prendeva forma anche sul suo viso, ne vedevo il riflesso per via dei raggi della luna che arrivavano dalla finestra.
Ora l’idea dello shopping con Alice non sarebbe stata più così tanto terrificante.
“E allora?”. Edward aveva sempre quello sguardo impaziente quando non riusciva a intuire i miei pensieri.
“Oh sì Edward, divertente… da morire!”.

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