venerdì 2 ottobre 2009

la nuova fiction scritta da Giusy:light & darkness - film da incubo

buon venerdi a tutti!!il fine settimana si avvicina!
dopo le immagini di ieri del companion book, stamattina il web è una landa desolata di news...sarà come ieri che ci danno il colpo di grazia la sera??
avete letto la ficfiction di Gisa "until the time is through?"la trovo sensazionale! e sono davvero curiosa di leggere il seguito!se vi è sfuggito il primo capitolo lo potete trovare
qui.

e dopo il viaggio nel passato ai primi del novecento...siete pronti per un altro viaggio??

oggi partiamo direttamente verso la dimensione onirica, ovvero la dimensione dei sogni , con uno sguardo verso le notti tormentate da sogni e incubi con la nuova fanfiction scritta da Giusy "LIGHT & DARKNESS"!!


che aspettate?? tuffatevi nel primo sogno di Bella dal titolo "film da incubo" e fateci sapere cosa ne pensate!

buona lettura!

kiara

FILM DA INCUBO

Era un sogno, ne ero sicura, anche perché di spiagge assolate non c’era nemmeno il può sfocato miraggio a Forks, e sapevo per certo di non essere ancora con mia madre in Florida, sotto il sole cocente.
Avevo il respiro pesante per l’aria calda intorno a me e quasi soffocavo.
Pur consapevole che quella non fosse la realtà, rimanevo nella strana convinzione che lo potesse diventare da un momento all’altro. In più dovevo sbrigarmi, non avevo molto tempo e c’era una cosa che assolutamente dovevo fare.
Avevo le gambe pesanti, forse perché cercavo di correre sulla sabbia.
La spiaggia era piccola, al limitare di un boschetto, verso il quale mi spingevo. Nella corsa fui distratta da qualcosa di colorato alla mia sinistra.
“Mamma che ci fai qui?” dissi col mezzo fiatone. Mia madre era in pieno relax su una sdraio.
“Cara, prendo il sole no?” mi disse, come per farmi notare la più scontata delle verità.
“Vuoi qualcosa da bere?” aggiunse offrendomi un bicchiere con dentro una mistura verde e marrone e sentivo chiaramente che odorava di erba bagnata, corteccia e muschio.
“Mamma, ma cos’è?” dissi in un soffio.
Non la lasciai nemmeno rispondere. “Non ho tempo ora, devo andare” ed ero già in corsa verso il bosco.
‘Devo trovarlo, devo trovarlo’, mi ripetevo e ogni volta cresceva l’ansia perché sentivo che non c’era tempo da perdere.
Terminata la spiaggia, ora correvo tra le felci e i rami e ogni due passi inciampavo; sarei finita rotolata per terra se non fosse stato per gli alberi a cui mi aggrappavo ogni passo in extremis.
Correvo, correvo e all’improvviso il bosco si interruppe. Di nuovo c’era la sabbia, ma mi trovavo davanti una specie di deserto; sentivo la terra arida scottare sotto i piedi, così abbassai lo sguardo e rimasi allibita.
Ma che ci facevo senza scarpe?
Il caldo ora si era fatto ancora più asfissiante; alzati gli occhi, vidi qualcosa a molta distanza.
Un uomo.
Dovevo raggiungerlo, forse avrebbe potuto aiutarmi.
Ripresi a correre e correre. Muovevo le braccia come per spingere l’aria ed essere più veloce, ma mi muovevo in maniera scoordinata. Cercavo però di tenere gli occhi fissi su quella figura lontana, ma tenerli aperti con quel sole era una vera impresa.
C’ero quasi ormai. C’ero quasi.
Mi avvicinavo e mentre quasi lo raggiungevo, lo guardai meglio.
‘Che ci fa un uomo in completo blu elegante in mezzo al nulla?’
Ma poi, mi dissi che anch’io ero lì, in mezzo al nulla. Magari era arrivato come me dalla spiaggia.
Gli arrivai quasi addosso nella foga della corsa, ma riuscì a mettergli una mano sulla spalla e a farlo girare.
Non so cosa fu peggio, se il sole negli occhi, o il riflesso dei raggi che dal suo viso si riflettevano violenti sul mio. Era accecante. E mi faceva male.
Non vidi più nulla, fu una specie di lampo e poi un boato.
Mi svegliai di soprassalto, ancora con gli occhi strizzati, in preda allo sforzo.
Stavo quasi riuscendo ad aprirli, quando rimasi per un attimo perplessa.
Dove mi trovavo?
Ancora nel buio, spostai il braccio e sentii che da una parte del letto, metà per terra c’era un piumone. Lo riconobbi, era quello che prendevo dall’armadio di Charlie d’inverno. Forse per questo avevo caldo.
Ma poi mi accorsi che non ero sola, c’era un braccio che mi avvolgeva la vita.
Fu in una frazione di secondo che tutto accadde. Come un flash, tutto insieme.
Toccai il braccio, era caldo, e come se al tatto non avessi provato la sensazione giusta, quella corretta, quella di sempre, mi girai per scoprire chi fosse.
“Bella, tutto bene?”
E subito nella mia testa e nelle mie orecchie quelle parole si trasformarono in un ruggito disumano, e la faccia davanti a me da umana diventò quella di un mostro. Il pelo veniva fuori da orecchie e naso, e gli occhi diventavano di un colore rosso sangue acceso.
Presi fiato e urlai in preda al panico, con tutte le mie forze, ma non uscì alcun suono dalla mia bocca.
Un movimento rapido e quasi finì a terra, ma rimasi impigliata al piumone.
Come poteva essersi ingarbugliato con gambe e braccia?!
“Aiuto! Aiuto!”. E più cercavo di divincolarmi più ero stretta nella morsa. “Lasciami! Lasciami”.
“Ahi”. Mi ritrovai a terra, pancia in giù. Qualcuno aveva acceso la luce.
“Bella, tutto bene?”
“Oddio, non di nuovo” dissi in un sospiro rassegnato e portai le mani agli occhi.
Meglio non vedere.
Sentii qualcuno sollevarmi da terra, un po’ a fatica, e rimettermi sul letto.
Un po’ di coraggio, su…che cos’altro poteva mai essere?!
“Bella, stai bene?” ripeté. Una piccola nota di preoccupazione nella sua voce.
“Oh papà, sì…solo un brutto sogno”. ‘Doppio’, pensai.
“Torna a letto papà, è tutto a posto adesso”.
Ero poco credibile, ancora preda di fiatone e battiti accelerati, con la fronte imperlata di sudore.
Fece una smorfia. Non ero per nulla brava a dire le bugie.
“Sicuro?” disse, guardandomi poco persuaso.
Annuii in fretta. “Certo”.
E per fortuna si convinse.
“Ok, notte Bells” e uscì, lasciando la luce accesa.
Cercai di calmarmi, e ci riuscì quasi subito.
Lasciando le coperte a terra, presi un sorso d’acqua dal bicchiere sul comodino e di nuovo appoggiai la testa al cuscino, dopo aver spento la luce.
‘Ce la farò a riprendere sonno e basta con gli incubi’ ripetevo tra me, convinta di farcela.
Ma di un’altra cosa era ancora più convinta, un pensiero che mi frullava per la testa…
L’indomani a Jessica l’avrei fatta pagare. Poi sarei stata chiara con lei:
‘Dopo New Moon ho chiuso con vampiri luccicanti e lupi pelosi! Al cinema a vedere Eclipse ci vai da sola!!!’

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