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E veniamo ora ad un altro racconto della fic Light & Darkness, scritta da Giusy...pronti a sognare di nuovo con Bella?
Forse è diventata un vampiro per evitare notti come quella che state per leggere eheheh
Enjoy!

Piccola premessa.
Anche questo sogno può trovare una precisa collocazione temporale all’interno della saga.
Esattamente tra i capitoli 7 e 8 di Eclipse. Dopo la discussione di Bella con Rosalie a casa Cullen e prima del ritorno di Edward e delle sue spiegazioni a proposito dei vantaggi di avere un letto.
OSPITI INDESIDERATI
Edward mi guidava verso il salotto di casa sua, una mano sulla mia spalla, l’altra a coprirmi gli occhi.
“Manca poco Bella, ci siamo quasi” la sua voce era accesa da un malcelato eccessivo entusiasmo. Che stava combinando?
“Attenta, c’è il comodino a sinistra” e fece per spostarmi di qualche passo.
“Eccoci. Tieni gli occhi chiusi mentre tolgo la mano” si raccomandò scivolando via, passandomi di fianco e allontanandosi.
“Edward, che cosa stai facendo? Posso aprire gli occhi?”. L’ansia mi stava distruggendo, non sapevo cosa aspettarmi. Avevo la sgradevole sensazione che avrei dovuto tenerli chiusi perché una qualche sconvolgente visione stava per travolgermi.
“Ecco. Adesso Bella!”
Nell’istante in cui aprii gli occhi, Edward gridò “Sorpresa!”.
Il salotto era irriconoscibile, pieno di candele a tutti gli angoli che nella stanza buia creavano una particolare atmosfera; il tavolo era scomparso, sostituito da un immenso divano rosso che ingombrava l’intera stanza ed Edward era seduto lì, le braccia aperte come a porgermi un invito che certo non avrei rifiutato.
“A che pro tutto questo?” non che non fossi allettata dalla prospettiva: una serata romantica con Edward, con la casa che sembrava deserta, tutta per noi. Ma non riuscivo ad essere rilassata, tenevo la schiena rigida, e anche sedendomi accanto a lui rimasi in bilico, pronta a saltar su al minimo segnale.
“Volevo che fosse speciale…” disse con voce suadente e per un momento mi ipnotizzò. I suoi occhi erano topazio liquido, la sua espressione quasi beata e mi guardava come se fossi stata il regalo più prezioso che il mondo avesse mai potuto donargli. Era in quello sguardo che mi perdevo ogni volta e questa non faceva eccezione. Ricambiavo con un sorriso timido e le guance rosse a fargli da contorno…che stupida ad essere sospettosa, con Edward non c’era nulla da temere.
Ancora persa nella perfezione del suo volto, mi concentrai per restare lucida ed ascoltarlo.
“…perché speciale è la persona che sto per presentarti” continuò e la bolla dell’incanto svanì, facendomi riprendere il controllo. Non eravamo soli.
Non volevo mostrargli la mia delusione, così enfatizzai, forse anche troppo, la mia espressione sorpresa. “Oh, davvero? E di chi si tratta?”
“Vieni pure” disse girandosi verso la porta già aperta ed io feci lo stesso.
All’istante apparve e mi sentii sprofondare.
Era la donna più bella che avessi mai visto, anche più di Rosalie, il che era tutto dire. Alta, slanciata nella figura dal vestito lungo e aderente, si avvicinava a noi con l’eleganza di una dea, le movenze di una prima ballerina. Quasi mi faceva male guardarla, ma era magnetica ed era impossibile staccarle gli occhi di dosso. Ci fu quasi accanto e mi sentii insignificante…il suo volto incorniciato da morbidi capelli biondo rossicci era ancora più straordinario.
“Bella, ti presento Tanya”.
Dovevo sembrare piuttosto stupida…ero bloccata e non riuscivo a parlare, né a mostrare la minima educazione o cortesia.
Tanya. Non ero preparata ad un incontro simile e pur sapendo che Edward preferiva per chissà quale motivo me a lei, di certo dal confronto immediato avrebbe fatto marcia indietro…in fondo, io potevo essere solo un capriccio passeggero.
“P-piacere” balbettai.
Qualcuno mi svegli da quest’incubo.
Mi notò appena, squadrandomi da capo a piedi per una frazione di secondo.
Stavo solo immaginando la sua aria compiaciuta?
“Edward, ci sono anche le mie sorelle” cinguettò con la sua voce da soprano.
Di male in peggio. Come se una vampira mozzafiato per casa non fosse abbastanza.
La stanza si riempì e il mio stomaco sussultò. Altre due donne facevano il loro ingresso abbattendo anche l’ultimo mattoncino del mio ego.
“Siate le benvenute”. Edward era felice di accoglierle, il mio scarso entusiasmo non lo scoraggiava.
“Edward, Tanya e tutte quelle femmine…Edward, Tanya e tutte quelle femmine…” erano parole che mi risuonavano nella testa, come una cantilena non smettevano di martellarmi il cervello.
Come se si fossero schierate, Tanya al centro e le sorelle ai lati, avanzavano verso di noi. Mi sembrava quasi di vedere la scena al rallentatore e fu una strana sensazione.
Ad ogni passo mentre le altre perdevano nitidezza la figura al centro cambiava.
I capelli sempre più accesi, sembrava prendessero fuoco tanto intenso era il rosso che ora li colorava; la postura felina si curvava, come pronta ad un balzo e sul volto comparivano tratti insolitamente familiari, l’aria selvatica vista un tempo…e poi gli occhi, anche quelli incendiati, e non solo per via del rosso cremisi che li rendeva spaventosi, ma anche per l’eccitazione che riuscivo a cogliere. Mi faceva venire la pelle d’oca.
Conoscevo troppo bene quei tratti. Guardai Edward in cerca di un appiglio, ma lui non sembrava accorgersi del cambiamento in lei, continuava a sorriderle.
“Edward, ma è Victoria!!!” la mia voce salì di qualche ottava e il panico era evidente, ma lui sembrava troppo ammaliato per ascoltarmi.
“Prego accomodatevi” e accennò un inchino vicino al divano.
Io restavo in piedi, ancora a bocca aperta e occhi sgranati ad osservare la scena: Edward si sedeva tra quelle donne, un sorriso smagliante stampato in viso.
“Edward, Tanya e tutte quelle femmine…Edward, Tanya e tutte quelle femmine…” stava diventando assordante…
Le sembianze di Tanya continuavano a cambiare e mescolarsi con quelle di Victoria, sempre più velocemente e sempre più in modo confuso.
Alla fine Edward si rivolse a me vedendo che restavo in disparte. “Bella, non ti unisci a noi?”.
“No…no…no…no…NO!” infine urlai.
Mi ritrovai con la faccia sul tappeto. “Ahi”.
Era buio e per un momento fui disorientata. Gli occhi si stavano già abituando all’oscurità e la debole luce della luna mi faceva cogliere il profilo del nuovo letto, la vetrata, lo stereo e i ripiani dei CD. E ricordai.
Ero in camera di Edward, a dormire sul suo divano…girandomi ero appena finita sul pavimento.
Che incubo però…uno dei peggiori.
“Edward, Tanya e tutte quelle femmine…Edward, Tanya e tutte quelle femmine…”. Le parole di Rosalie della sera prima ancora mi bombardavano la testa.
Con una mezza goffa acrobazia tornai sul divano avvolgendomi con la coperta; ancora era notte fonda e per la stanchezza non mi reggevo in piedi.
Non volevo chiudere gli occhi, il volto di Victoria, o anche peggio, quello sconosciuto di Tanya, mi avrebbero tormentato di nuovo, ma cedetti alle palpebre sempre più pesanti e di nuovo mi addormentai.
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