giovedì 24 settembre 2009

Non tutti i vampiri son... vegetariani!

Ciao a tutti i nostri lettori !!! Bentrovati!!


Oggi riapre la consueta rubrica settimanale del giovedì “Vampires’ World”, e per l'occasione ho pensato di proporvi la recensione del classico vampiresco per eccellenza...

è il romanzo horror che ha fornito l'archetipo alle numerose storie di vampiri che si sono succedute nella letteratura e nel cinema (a parte i nostri cari vampiri vegetariani!!! ^^)... avete già capito di quale libro sto parlando?


Ebbene si, di "Dracula" scritto da Bram Stoker nel lontano 1897. Ispirato alle figure storiche del principe romeno Vlad II detto Dracul ("il diavolo") e di suo figlio Vlad III, l'Impalatore, Dracula-Nosferatu (colui che non muore, il morto vivente) è un personaggio più che mai inquietante. I critici letterari generalmente leggono Dracula come un mito popolare della lotta tra il Bene e il Male, sullo sfondo di una vicenda che scaturisce direttamente dall'inconscio, e a differenza di quanto possiamo immaginare, il teatro della maggior parte degli eventi non è un remoto castello della Transilvania nè un immaginario luogo al di fuori del tempo, bensì la Londra ottocentesca. In realtà, solo in apparenza il romanzo si presenta come una lotta tra il Bene e il Male, perchè i narratori, cioè i vari protagonisti assegnano alla loro caccia al mostro una "nobile" finalità morale: liberare la terra dalla sua presenza. Ma Stoker ci fornisce diversi indizi sull'inattendibilità del giudizio dei suoi personaggi, ci esorta implicitamente a vedere le discrepanze che emergono tra le loro convinzioni e le loro azioni. Non solo: il nostro Conte è umanizzato da Stoker con attributi che lo rendono di volta in volta vulnerabile, nobile, demoniaco, e... angosciante; così diventa ambigua l'interpretazione, a tratti è difficile cioè stabilire se si tratti di un orrendo succhiasangue che semina morte o di una figura solitaria, silenziosa, braccata, perseguitata. La difficoltà a interpretare il personaggio di Dracula è amplificata dalla tecnica narrativa, poichè il lettore si accorge che il Conte non è mai visto con obiettività, non è mai messo in condizione di esprimere le proprie opinioni, mentre le sue azioni vengono registrate da persone che sono determinate a distruggerlo e che si interrogano più volte sulla propria sanità mentale. Veniamo adesso ad una caratteristica del folklore dell'Europa orientale, secondo cui le creature senza anima non hanno riflesso negli specchi, che viene trasformata da Stoker in una metafora sull'ottusità morale dei suoi personaggi-narratori. Per esempio l'incapacità di Harker di "vedere" Dracula riflesso nello specchio non è altro che la dimostrazione della sua cecità morale, il segno della sua insensibilità verso gli altri e della sua incapacità di cogliere determinati tratti del proprio carattere. Così Stoker con questa tecnica ci suggerisce che si tratta di un inglese di vedute troppo ristrette. Dracula qui rappresenta il comportamento dell'uomo comune minacciato dalle pulsioni inconsce con la differenza che l'uomo maschera le sue pulsioni con le convenzioni sociali, e che quindi non agisce come il Conte in modo violento e irrazionale solo perchè è civilizzato: così ci vengono già suggerite le affinità tra i protaginisti e il "mostro". Sembra che la sola differenza risieda nella capacità dei narratori di spacciare il desiderio individuale per ciò che essi credono sia un bene comune: l'aggressione di Harker a Dracula per esempio è giustificata dalla convinzione che egli ha di essere il paladino degli indifesi; inoltre Van Helsing afferma che un vampiro non può entrare in una casa senza essere stato invitato da uno degli abitanti, in altri termini? Un vampiro non può influenzare un essere umano senza il suo consenso. Quale è quindi la conclusione? Che Dracula è una minaccia interna e non esterna! Benchè capace di utilizzare altre armi quando è costretto a difendersi, nell'approccio con il mondo egli solitamente ricorre alla seduzione (come il sorriso sghembo e direi abbacinante XD del nostro Ed?? Beh lui sembra molto meno demoniaco però!!!) confidando nel desiderio degli altri, nelle loro pulsioni inconsce (e incontrollabili) che loro mascherano, respingono, e che temono. Da un documento scoperto di recente risulta che le preoccupazioni di Bram Stoker circa la repressione dei desideri individuali e il sesso sarebbero state dettate da motivi molto personali: benchè la sua morte venga solitamente attribuita a un esaurimento, egli in realtà morì di sifilide terziaria. Ecco la motivazione per cui il volto del vampiro è rappresentato come il lato nascosto dell'essere umano. E' una storia sul trionfo del Bene sul Male, e sulle analogie tra queste due categorie morali... Dracula sembra svelare il volto invisibile allo specchio, e per fare una citazione, mi viene in mente un passo di Giulio Cesare: "La colpa, caro lettore, non è nei nostri nemici esterni, ma in noi stessi".

Detto ciò, al contrario di quanto potreste aspettarvi, non vi auguro buona lettura, nè ve lo consiglio... perchè solo chi se la sente può intraprendere un determinato tipo di letture. E questo, vi assicuro, è un romanzo molto forte.

Spero di avervi comunque fornito qualche spunto di riflessione in più, e soprattutto qualche conoscenza in più sulla prima vera figura di vampiro che sia stata creata... può piacere o no, e in ogni caso si possono leggere queste informazioni solo come tali! Quindi il mio non vuole essere un "consiglio" deviante!! Tutt'altro, conoscendo qualcosa in più, lo si può anche criticare meglio!! Beh… qualora lo leggeste o lo aveste già letto…fateci sapere cosa ne pensate!
Spero di avervi intrattenute! Anche se noi Twilighters si sa... preferiamo i vegetariani... ;)

Alla prossima recensione!!!

Rita

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